La protagonista del film, che manco a dirlo si chiama Jane, non è una semplice appassionata dei romanzi di Jane Austen e soprattutto del bel Darcy, ma è la prova vivente che anche i libri possono causare dipendenza patologica. Tutta la sua casa è invasa da oggetti e bambole simili a quelle dell'epoca Regency in cui sono ambientati i romanzi della Austen e in salotto, proprio accanto al fidanzato vero, troneggia un mister Darcy di cartone a grandezza d'uomo.
Così la migliore amica di Jane, o forse la sorella, mette la ragazza alle strette e le fa notare che la sua ossessione comincia a prendere risvolti inquietanti e che deve necessariamente trovare il modo di mettere via vasi antichi e nastrini.
Detto fatto: Jane spende tutti i suoi risparmi di una vita per un pacchetto economico in una sorta di campo estivo a tema Austen - l'Austenland del titolo - e parte per una vacanza (ma diciamo pure riabilitazione) completamente immersa nel mondo della sua autrice preferita, sperando che questo la aiuti a ritrovare il confine tra realtà e fantasia.
All'inizio, tuttavia, la vacanza non è come se l'aspettava. Oltre alla figuraccia di andare in aeroporto con un costume a tema, salvo poi scoprire di essere la sola a indossare un vestito letteralmente dell'anteguerra - Jane scopre infatti che il suo pacchetto economico ha numerose pecche, rispetto a quello platino di Elizabeth Charming e che la direttrice di tutto il circo intende trattarla per tutto il tempo come la pezzente che ha acquistato il pacchetto più economico possibile.
Per fortuna, però, tra le gag pacchiane di Sophie - ah no in questo film si chiama Lizzie - e le attenzioni del bel giardiniere-tuttofare, la vacanza sembra prendere il verso giusto. Anzi, comincia a prendere così bene che Jane si lascia trasportare e perde poco a poco il senso della realtà, dimenticando che tutti quelli che la circondano sono attori pagati per comportarsi esattamente come lei vorrebbe e che prima o poi la vacanza deve finire.
Nell'insieme, il film è decisamente ben riuscito: molto divertente, soprattutto grazie alla Coolidge che interpreta egregiamente la sua parte (comicamente identica a quella di Sophie di 2BG) e ironico per via degli strani dialoghi e comportamenti volutamente esagerati di tutti i protagonisti, riesce a rappresentare bene le difficoltà di tutte noi lettrici di trovare un uomo che corrisponda all'immagine dei nostri eroi cartacei preferiti.
Chi di noi, infatti, non si è dannata almeno una volta perchè il suo fidanzato non somigliava un po' più allo scontroso Darcy? Oppure più posato e concreto come Mr Knightley del romanzo Emma?
Ma il film mette in mostra anche un altro aspetto della vita reale: la facilità con cui ci si inganna quasi volutamente, si sceglie di credere alle bugie che ci vengono propinate pur di inseguire la felicità come l'abbiamo immaginata, finendo poi in una grottesca commedia dove tutti cercano di recitare una parte e perdono il segno tra chi sono e chi dovrebbero essere. La recita si spinge così oltre da far partorire un puledro a comando!
L'unica pecca è la scarsa cura nelle scene di passaggio tra l'epoca Austeniana e quella reale, che poteva essere resa meglio. Va bene il giardiniere con le cuffie ma ci voleva qualche segno in più.
Inoltre, c'è una sottile imprecisione nella trama del film. Sebbene infatti abbia senso che chi paga il pacchetto platino sia trattata un po' come una regina, chi ha letto i libri della Austen tante volte come ho fatto io sa bene che, se davvero si vuole entrare nello spirito Austeniano, non si può che essere la parente povera che trova il suo riscatto sociale e amoroso. Di conseguenza, paradossalmente, il pacchetto economico sembra ancora più adatto per entrare nell'ottica Austeniana e la protagonista avrebbe dovuto esserne felice.
- A
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