Facciamo un salto nel lontano 1976, quando alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia viene presentato una delle pellicole comiche più belle di tutti i tempi. Ispirato al famoso romanzo Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, Neil Simon scrive una meravigliosa parodia al genere giallo che resterà nella storia come uno dei grandi classici che non deve assolutamente mancare nella raccolta di un amante del cinema. A dire il vero, non dovrebbe mancare neppure in quella di chi il cinema proprio non piace, perchè questo film gli farà, senza ombra di dubbio, cambiare idea.
Uno svitato e stravagante milionare di nome Lionel Twain invita a cena, nel suo macabro castello, i cinque detective più famosi al mondo con i rispettivi accompagnatori:Sidney Wang e suo figlio Willie, Dick Charleston e sua moglie Dora, Milo
Perrier e il suo autista Marcel, Sam Diamante e la sua segretaria Tess,
Jessica Marbles e la sua infermiera.
Fra pericolosi tranelli e stanze che si spostano inspiegabilmente, i cinque detective si ritroveranno a dover risolvere uno strano omicidio. Questa volta però non si tratterà solo di risolvere un caso, ma soprattutto di vincere una sfida in cui in palio c'è la loro credibilità.
Dalla telecamera di uno splendido Robert Moore è venuto fuori la Commedia Nera per eccellenza. Esilarante, intelligente, sottile. Ogni scena, ogni battuta, ogni espressione ha solo uno scopo: far ridere e ne esce a pieni voti! Per portarvene un esempio, assolutamente magistrale è il colloquio tra il maggiordomo cieco e la nuova cuoca sordomuta e per dipiù analfabeta.
Il cast di assoluta eccellenza: Peter Falk, Alec Guinness, Truman Capote, nella sua unica e favolosa interpretazione cinematografica, Nancy Walker, Peter Sellers, Richard Narita, David Niven, Maggie Smith, James Coco, James Cromwell, Eileen Brennan, Elsa Lanchester, ed infine Estelle Winwood nel ruolo dell'infermiera Withers, ha fatto un lavoro esemplare nel dar vita alle parodie, curate nei minimi particolari, dei Detective più famosi degli anni '70, donandogli naturalezza anche nei momenti più ridicoli.
Moore, inoltre, è bravissimo a mantenere vivo l'interesse anche per una tipica trama da Giallo, nonostante il tono sempre comico. Tra una risata e l'altra, vi ritroverete a far mille congetture per scovare l'assassino.
Vi sono, infine, alcune chicche di qualità che sono davvero un tocco di classe.
Il grido di donna che si sente suonando il campanello, ad esempio, sono le originali grida di Fay Wray/Ann Darrow nel "King Kong" del 1933 di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack e quando Sam Diamante si rivolge a Jessica Murble dicendo "La mandi giù per la collina con la sua sedia a rotelle, stiamo lavorando qui!", riferendosi all'infermiera Withmore, in realtà quella battuta è un riferimento al film The Notorius Landlady - L'affittacamere, in cui la stessa Estelle Winwood, che interpreta l'infermiera, interpreta sempre un'anziana signora sulla sedia a rotelle che viene lanciata ripetutamente giù lungo la collina.
Un ultimo appunto, che mi pare sia importante, è che questo è uno dei pochissimi casi in cui il doppiaggio italiano e la traduzione tolgo davvero poco ai dialoghi originali, lasciando fuori solo alcuni giochi di parole che era davvero inevitabile perdessero il loro valore - come nel " Where were ya Wang? We were worried" di Peter Falk, oppure quando Charlstone esclama "Pensa, cara, siamo sotto l'ala di Wang" si perde il gioco di assonanze che c'è nell'inglese "Under Wang's wing" . In altri casi, come nel gioco di parole sul nome del maggiordomo Jamesignora Bensignore (Jamesir Bensonmum originariamente), la traduzione fa decisamente in suo dovere.
Invito a cena con delitto è, in poche parole, un capolavoro assoluto, certamente d'altri tempi, però che tempi!
-E.
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