"The Stone Child" è il titolo del secondo appuntamento con la recentissima e puritana Salem, tutto incentrato sulla nascita di un feto già morto, che la diabolica Mary Sibley trasforma abilmente in un segno del male che arriva. Ma la puntata si poteva anche chiamare "Stupidi, ciechi e arroganti" e avrebbe comunque centrato in pieno il tema centrale dell'episodio. Ma andiamo con ordine.
Ci eravamo lasciati con una Mary Sibley, sfigatella che dopo aver sacrificato il bambino che porta in grembo diventa ricca e potente, tutta sconvolta dal ritorno di Jon Alden, suo ex-fidanzato appena ritornato dopo 7 anni di guerra contro gli indiani e padre del succitato bambino. Lo stupore per il ritorno dell'amato Jon, comunque, non distoglie la donna dai suoi propositi di vendetta contro i puritani della città e, anzi, la glaciale Mary non ci pensa due volte a buttarci una pietra sopra - anzi più di una e tutte parecchio pesanti - a cominciare dal povero Giles Corey, che aveva avuto l'ardire di costringerla a rivelare a Jon dell'esistenza, in senso lato, di un figlio in comune.
E Corey non è che il primo della lista: secondo il classico manuale dei riti oscuri delle streghe, infatti, molti altri innocenti devono morire prima della prossima luna piena perchè il Sommo Rito di Mary sia compiuto. A tal proposito, la seconda classificata è la levatrice del paese, Bridget Bishop, che ha invece osato far notare alla nostra psyco-protagonista che, forse forse, appendere una ragazza alla croce non è il modo migliore per curarla dalla pazzia.
E dimostrandosi la più intraprendente delle protagoniste cattive, la Sibley non si limita a indicare la sfortunata levatrice come strega davanti a tutta la città, smerdando, con una semplice occhiata a quella poraccia in croce, il toccante discorso dell'avvocato-dei-poveri Alden, ma riesce persino a creare tutti i presupposti perchè il fattone di reverendo/inquisitore gridi "a lupo, a lupo", o nel suo caso "le streghe, le streghe".
A questo punto, un piccolo appunto lo farei, tanto per essere puntigliosi: ad un certo punto, quel Raggio-di-sole del reverendo Mulher (che rappresenta sia lo stupido che l'arrogante del mio titolo personale all'episodio) tira fuori una delle sue perle di profonda saggezza e sentenzia che le streghe traggono il loro potere da due elementi: la lussuria e la morte. Ecco, io invece direi che gli elementi importanti sono la lussuria e l'ottusaggine dei reverendi fanatici. Vedere con quanta facilità Mary si rigiri il reverendo tra le mani, infatti, portandolo a dire e fare esattamente quello che lei vuole e senza osare più di una scollatura abbondante, è una gioia per gli occhi di noi femminucce, soprattutto se il personaggio raggirato è insopportabile come il reverendo.
Tornando all'episodio, comunque, Mary non ha la strada spianata come si penserebbe. Ci pensa infatti il suo amato e onnipresente Jon a mettergli i bastoni tra le ruote, decidendo a sorpresa non solo di restare a Salem, ma di rivendicare pure il posto nel Consiglio del paese che gli spetterebbe per diritto. Così, la nostra bella e psicotica strega deve fare i conti con l'idea di ritrovarsi il ciuffo biondo di Arden a ogni passo in paese, per non parlare della consapevolezza che finchè resta, Jon è in pericolo come tutti gli altri a Salem.
Inoltre, anche se lei ancora non lo sa, è proprio Jon che ha interrotto, nella puntata precedente, il circolo magico con i mostri di petrolio e adesso il soldato è sulla buona strada per scoprire qualcosa in più sulle streghe di Salem. Non vedo l'ora di vedere la faccia di Mary quando il veggente cieco e inquietante (ed ecco il cieco del mio titolo) gli farà un ritratto braille del suo bel soldato.
Anche se sono ancora più curiosa di vedere la faccia di Jon (chissà che gli riesca un'espressione diversa da quella burbera che ci ha mostrato finora) quando scoprirà che, durante la sua assenza, la dolce Mary ha preso lezioni dalla verdissima Zelena (passatemi il cross-over) e si è lasciata scivolare un momentino oltre la soglia della normale sociopatia, finendo con l'eliminare il suo caro amico Giles. Ma temo che dovrò aspettare un'intera stagione per questo.
Anche il secondo episodio, quindi, ci lascia con una bella dose di suspense fino alla prossima settimana, in attesa di scoprire una serie di cose:
- quanto ci metterà Jon a farsi la tipa con i capelli rossi?
- La povera Ashley riuscirà ad ottenere un ruolo meno odioso di quelli interpretati finora? Tra l'amica vipera di Emily/Amanda e l'insignificante Tituba, poveraccia, non riesce proprio a piacermi.
- Quanto me la godrò quando quello stupido reverendo si accorgerà che è stato proprio lui ad aiutare inconsciamente Mary con la faccenda del Sommo Rito?
In attesa di soddisfare queste cruciali curiosità, vorrei sottolineare l'eleganza che gli autori hanno dimostrato nell'affrontare argomenti come la facilità con cui l'ignoranza e il fanatismo religioso portavano all'esecuzione sommaria di interi villaggi. Dialoghi brevi, ben curati e inseriti al momento giusto hanno reso perfettamente l'idea di come nessuno potesse dirsi al di sopra dei sospetti di stregoneria.
E vogliamo parlare della bravura di Janet Montgomery nel rendere l'idea del tormento emotivo di Mary, ogni volta che si trova davanti a Jon? La scena dell'elemosina è stata una delle più toccanti dell'episodio e quello scorcio di inquadratura, poco dopo, che ha mostrato l'altra metà della moneta ancora appesa al suo collo... il mio cuore di shipper ha saltato un paio di battiti.
Notevoli, comunque, trattandosi di una serie horror, anche i momenti vietati ai minori, tra cui la "creazione" della bambola da regalare alla tizia con i capelli rossi e la faccenda del rospo dentro il marito di Mary, che dopo due puntate continua a farmi distogliere lo sguardo disgustata.
Ultima chicca, la puntata di questa settimana si apre con i crediti a un azzeccatissimo Merilyn Menson, che con Cupid Carries a Gun ci trasporta direttamente nell'atmosfera giusta per un telefilm fuori dagli schemi dei soliti clichè sulle streghe.
- A.
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