lunedì 25 agosto 2014

Drag me to Hell


Alle volte, persino la Mediaset riesce a trasmettere qualche film carino, addirittura nel ciclo Notte Horror.
E' il caso di Drag me To Hell, pellicola del 2009 scritta e diretta da Sam Raimi, che è quel simpatico regista che passa dal dirigere la trilogia della Casa a quella di Spiderman, per poi dare vita a telefilm come Xena la principessa guerriera ed Hercules (giovane e adulto) e tornare poi con The Grudge 2 e 3 e Boogeyman. Eclettico, credo che sia il termine per descriverlo.
Tra i vari generi e filoni a cui Raimi ha partecipato, comunque, Drag me to Hell si inserisce a metà strada tra The Grudge e Boogeyman, tra l'horror puro e angosciante giapponese e le favole per bimbi cattivi americani, riuscendo bene o male a trattenermi sveglia e attenta fino all'ultimo, splendido colpo di scena, con qualche debacle qua e là.


Tutto comincia in Sud America (?) dove una medium cerca di aiutare un bambino che è stato colpito da una maledizione dopo aver rubato una collana a degli zingari. Il bambino non se la passa per niente bene e nemmeno lo spettatore, vista la scarsissima credibilità delle scene in questione - passiamo dall'ombra delle mani più simili a quelle di ET che di improbabili demoni al risucchio nel pavimento del bambino, che fanno pensare alla peggiore tradizione degli horror che piacciono alla Mediaset - ma dura poco, perchè il bambino non riesce a salvarsi e alla medium non resta che minacciare il demone per la prossima volta.

La successiva vittima, diversi anni dopo, è invece una giovane e sprovveduta dipendente di una compagnia assicurativa, troppo buona per il suo lavoro ma decisa ad ottenere comunque una promozione, con un fidanzato un po' sfigato, fissato per le monete antiche.
La sua colpa? Per dimostrare al capo di essere a sua volta una tosta - il concorrente per la promozione è il nuovo collega odioso e paraculo - quando l'inquietantissima e disgustosa signora Ganush va a chiedere una proroga nei pagamenti per evitare che le pignorano la casa, lei punta i piedi e rifiuta, col risultato che la simpatica vecchietta - che è  brutta, ma brutta serio - la aspetta in macchina (come ci sia entrata non ci è dato saperlo) e cerca di strangolarla.
Presa alla sprovvista, a Christine non resta che ciappettare l'occhio cieco della vecchia e stordirla facendola urtare al cruscotto con un'accelerata degna di Fast and Furious, in cui lei resta illesa perchè riesce a mettersi la cintura.
Ma tutto ciò non basta a salvarsi del tutto, perchè la vecchia ha comunque il tempo di maledirla attraverso un bottone, giusto per insegnare le buone maniere a questi giovani di oggi.

Comincia così una lunga serie di allucinazioni più o meno spaventose per la sfortunata, che minacciano seriamente la sua normalità e la sua relazione, visto che il fidanzato si convince che sia totalmente fatta di anfetamine.
Christine non si perde d'animo però e riesce a trovare un prete che accetta di aiutarla e la conduce dalla medium che non era riuscita a salvare il bambino all'inizio. Scopre così della maledizione della Ganush, che consiste in uno spirito malvagio - Lamia - che la inseguirà per tre giorni, prima di prendersi la sua anima. A questa maledizione ovviamente non c'è rimedio, se non quello di fare la staffetta e scaricare la rogna a qualcun altro attraverso il dono del bottone maledetto.
Nella più pura logica ego-capitalista, Christine ci prova pure a scaricare la patata bollente a qualcun altro, ma un colpo di coda della sua coscienza glielo impedisce e così deve trovare un altro rimedio.
E qui il colpo di genio: perchè non restituire la patata bollente alla Ganush? 
Perchè chiaramente la vecchiaccia, nel frattempo, ha lasciato questo mondo nel modo più trash che si possa immaginare, togliendole tempestivamente quell'ultima possibilità. E non si può mica restituire qualcosa ad un morto...
Invece l'industriosa Christine riesce a trovare un modo per consegnare l'oggetto maledetto alla vecchia nella tomba - letteralmente - e finalmente può tornare alla sua vita di sempre. Finale scontato, direte voi.
E invece qui viene il bello. Christine è riuscita sì a trovare il modo di restituire l'oggetto alla Ganush ma c'è stato un piccolo errore nelle buste e...

Nell'insieme un bel film, sicuramente consigliato dalla sottoscritta. E' vero che si pecca parecchio nella verosimiglianza di alcune scene - tra cui la lotta in macchina e la morte della zingara - come è vero che gli effetti speciali lasciano alquanto a desiderare proprio quando si arriva alla parte più "horror", però la trama è piuttosto originale rispetto al solito week end nel luogo maledetto e la suspence di sapere come la biondina riuscirà a cavarsela tiene fino alla fine.
Inoltre, per chi volesse fare l'intellettualoide anche con le pellicole più commerciali, vi è una buona dose di critica dei valori moderni alla base del film, che fa riflettere le menti più acute: tutta la faccenda nasce dal desiderio di accumulare beni materiali - anche passando sopra le sventure di una zingara in difficoltà - e il rimedio è scaricare le difficoltà su qualcun altro, in un tripudio di egoismo tutto occidentale.

Forse più thriller che horror, la pellicola fa insomma il suo sporco lavoro di intrattenimento per un'oretta ed è sicuramente meglio di molte, molte altre che si proclamavano come colossal e che si sono invece rivelati dei flop colossali. E pare che ci sia anche il sequel, in giro da qualche parte...


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