sabato 21 febbraio 2015

Ouija

Nazionalità : Stati Uniti d'America
Genere : Horror
Durata : 89 minuti
Anno : 2014
Regia : Stiles White
Produttore : Michael Bay, Jason Blum, Andrew Form, Bradley Fuller, Brian Goldner, Bennett Schneir
Cast : Olivia Cook, Ana Coto, Daren Kagasoff, Douglas Smith, Bianca A. Santos, Shelly Hennig

Se lo avessi visto qualche anno fa niente mi avrebbe fermato dallo scargliarmisi contro, urlando allo scandalo. Mio malgrado però, anni di abominevoli sprechi di soldi e pellicola, che il grande schermo ha cercato di spacciare per horror, mi danno la consapevolezza che Ouija infondo, ma proprio infondo infondo, ha qualcosa che lo salva dall'essere gettato nel rogo cinematografico dei film da dimenticare.
Comunque ben lontato dall'essere un bel film, lo spettacolino messo su da White è, diciamo, senza infamia e senza gloria.
La trama è delle più semplici possibili : due amiche, Debbie e Lane, si divertono fin da piccole a far finta di comunicare con gli spiriti, ormai cresciute, Debbie trova nella casa in cui si è trasferita una vera tavola Ouija con cui risveglierà involontariamente oscuri poteri, ma dopo il suo suicidio toccherà a Lane ed i suoi amici affrontare il male e chiudere i ponti con il passato una volta per tutte.
Non si poteva chiedere niente di più classico a regista e compagnia bella che non hanno brillato sicuramente per originalità, optando per un horror "convenzionale" che ha rispettato scolasticamente i topoi del genere senza aggiungervi nulla di più. Un male? Sicuramente non un bene. Tutta la storia, dall'inizio alla fine, risulta scontatissima, un po' stupida, poco avvincente. Non aiutano per niente poi i personaggi che avrebbero anche potuto chiamare Stereotipo 1, 2 e 3, non sarebbe cambiato nulla, totalmente ingessati, statici, che la loro morte ti induce soltanto sollievo.
Diciamo che, per chi aveva letto il nome Bay fra i produttori (ed è un fan del suo stile, seppur criticato, come me) si aspettava sicuramente qualcosa di più, pensando che magari un big del cinema Horror come lui avrebbe potuto dare qualche dritta interessante al timido White che invece, al suo primo lavoro alla regia, se n'è stato buono buono, senza rischiare nulla, penalizzato da un badget che sembra raccimolato con l'elemosina fuori dai supermercati ( ma che ce poteva fa' sto poverello con 5 milioni di dollari, che nemmeno l'agenzia delle pulizie ci riesce a pagare?).
Senza poter contare, quindi, su decenti effetti speciali, che si riducono a qualche ombra, un paio di comparse palliducce ed una bambina dall'alito pestilenziale che vien fuori dalla bocca nero, come avesse una ciminiera al posto della trachea (e poi si chiedono perchè gli è stata cucita la bocca); senza aver ancora ben capito come usare intelligentemente la cinepresa per creare la benché minima suspanse e sicuramente spaesato da uno script che è stato scritto e riscritto per cinque anni, il povero Stiles White non fa una gran bella figura con questo debutto, però non lo si può nemmeno crocifiggere. Per spezzare una lancia a suo favore, bisogna ammettere che ha per lo meno avuto l'umiltà di non provare a fare lo splendido, azzardando improbabili ed insesate trame, ma ha tirato su un filmetto semplice e lineare che comunque, in qualche occasione, qualche urlo contro i protagonisti te lo tira fuori, che anche non se non ti far saltar via dalla poltrona dalla paura almeno non ti induce un coma profondo (quasi mai), che magari non ti lascia sconvolta e tremante ma nemmeno quel senso di confusione che ti prende quando, alla fine di molti film, ti chiedi Ma che cavolo ho visto?.
Insomma, come horror è alquanto scarso e senza alcun dubbio cadrà facilmente nel dimenticatoio, però per lo meno è davvero classificabile come horror e credetemi, di questi tempi, non è facile come potreste credere!

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