Anno: 2013
Genere: thriller, horror
Nazione: U.S.A.
Cosa succede quando qualcuno decide di fare un docu-horror sul tema della resurrezione?
Ne viene fuori una specie di dibattito tra scienza e fede - dove a vincere è spudoratamente la seconda - in cui ogni tanto muore qualcuno.
Peccato, perchè le premesse di The Lazarus Effect erano buone.
La trama: Frank (Mark Duplass) e Zoe (Olivia Wilde), due ricercatori universitari che fanno coppia fissa nella vita privata, stanno conducendo un esperimento rivoluzionario su un siero in grado di riportare in vita i morti, insieme a Clay (Evan Peters), Niko (Donald Glover) ed Eva (Sarah Bolger), in qualità di cameramen.
Proprio quando il primo test sugli animali (non hanno dato i crediti al cane, anche se li meritava tutti. Un cane da oscar!) da esito positivo, però, la rettrice dell'università scopre della ricerca blasfema e blocca tutto, vendendo pure a una società privata.
Frank però, deciso a non regalare a nessuno i sacrifici degli ultimi anni, convince gli altri a continuare l'esperimento in segreto e così il gruppo, con una strategia degna di Oceans Eleven, si intrufola di nuovo nel laboratorio dell'università e riprende a giocare con la morte con la dose di riserva.
Sfortunatamente, un cavo scoperto uccide Zoe nel bel mezzo del nuovo esperimento e così Frank decide di rianimarla, infischiandosene delle conseguenze etiche e del fatto che il cane comincia a dare segni di squilibrio...
Ora, l'idea di fare una robina scientifica sulla resurrezione non era troppo male. Il tema è infatti stato più che abusato dai tempi di Frankenstein, però gli autori fanno un bel lavoro nel dare una base scientifica - veritiera o meno - credibile a tutta la faccenda del siero e danno così un'aria fresca all'eterno dibattito.
Il problema - uno dei tanti - è che tutta la sceneggiata da Super Quark non serve a un emerito niente perchè i resuscitati hanno poteri scientificamente illogici come telepatia e telecinesi e il finale sfocia in un pippone religioso che... ma ci arriveremo.
L'altro gigantesco problema è che la trama risulta sinceramente noiosa e forzata.
Noiosa perchè su 83 minuti di film, ben 37 sono di introduzione, tra spiegazioni pseudo-scientifiche e problemi di diritti legali sulla ricerca.
Capite? Hanno fatto un film horror in cui abbiamo 37 minuti di intro e 46 di "azione". Tipo che il 48% del film è l'introduzione a ciò che andrete a vedere!
Per di più, di fatto le scene col cane come protagonista sono il riassunto perfetto di ciò che succede all'umana poco dopo, solo con meno dialoghi insulsi.
Quindi non solo dovete aspettare ben 37 minuti prima che cominci la parte "interessante" del film, ma quando finalmente Zoe viene resuscitata, voi già sapete per filo e per segno cosa le succederà!
Non sia mai che la suspense vi uccida, in un film horror!
Tenete anche conto, peraltro, che i 46 minuti di pellicola "d'azione" sono suddivisi in sogno (che prende una decina di minuti buoni), altri discorsi scienza vs fede (altri dieci minuti) e vera e propria azione. Il primo morto arriva, ad esempio, al minuto 53.
La parola noia non rende nemmeno vagamente l'idea.
Scontata, invece, per vari motivi.
Tanto per cominciare perchè le persone normali, quando la futura moglie sta per morire, se ne infischiano di essere arrestati per violazione di proprietà privata e chiamano un'ambulanza, un dottore, qualcuno!
Frank invece ci tiene sì a Zoe, ma non quanto ci tiene alla sua fedina penale - così come gli altri - e quindi fottesega se Zoe non era nemmeno convinta di volerlo dare al cane il siero, figuriamoci beccarselo lei.
Secondo, non si capisce minimamente il senso di tutta la sottotrama della azienda privata che compra il siero, quando si poteva benissimo cancellare tutto e lasciar morire Zoe nel corso del normale esperimento senza nessunissimo buco logico nella trama.
Che senso ha tutta la manfrina su "ci hanno rubato tutto", "si sono portati via i nostri materiali", "la direttrice è una str*nza", se poi l'esperimento può continuare tranquillamente?
L'aggancio per il sequel è così palese e forzato da disturbare parecchio. Anche perchè non ne vedo proprio la necessità, visto che già questo film è stato uno spreco di soldi e tempo.
Infine, la chicca del nonsense.
Dal momento che Zoe viene resuscitata, nel laboratorio succede di tutto: armadi che stritolano persone, librerie che cadono, fili elettrici che ballonzolano indisturbati, gente che grida, si dispera...
E nessuno, in tutta l'università, si accorge di niente.
Non la guardia che dovrebbe sorvegliare proprio il laboratorio, nè qualcuno che passa di lì per caso, nè la fantomatica azienda privata andata a riprendersi qualche altra cosa - tipo il macchinario per iniettare il siero, che sarebbe tipo la cosa più importante di tutto il progetto ma loro l'hanno ovviamente lasciato lì - nemmeno il tizio delle pulizie. Nessuno.
E ci sarebbe da dire ancora, ma ve lo lascio godere personalmente e passo invece al finale.
Ricordate che ho detto che tutto il pippone scientifico non serviva a niente?
Dopo 37 minuti di esperimenti scientifici a cui manca solo Piero Angela, infatti, scopriamo che Zoe è andata all'inferno prima di ritornare - per una cosa fatta da piccola e che tutti abbiamo indovinato al primo accenno all'incendio - e che tutte le cattiverie che commette da non-morta sono il risultato della sua anima cattiva!
37 minuti di Super Quark e poi mi ci buttano in mezzo il demonio! E a che caspita mi è servita tutta la manfrina prima? E il cane quali peccati avrebbe mai potuto compiere, di grazia?
E dire che il film partiva bene. Oltre ad uno staff di tutto riguardo - ho letto in giro solo lodi a proposito di David Gelb, il regista, e Michael Fimognari, addetto alla fotografia, e in effetti la parte tecnica era ben fatta persino agli occhi di un'ignorante come me - il cast non è fatto da novellini.
Olivia Wilde è bravissima e molto credibile nella versione psyco, Evan Peters - American Horror Story per chi non lo conoscesse - mostra tutto il suo talento anche se ha pochi più minuti di una comparsa, Sara Bolger - quella dei Tudors e Once Upon A Time - perfetta in ogni minuto...
Sfortunatamente, The Lazarus Effect è la dimostrazione che senza uno sceneggiatore che sappia fare bene il suo mestiere, non c'è cast o regia che tenga, il film viene fuori una schifezza.
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