domenica 27 aprile 2014

Il Grande Lebowski

Anni novanta. Jeffrey Lebowski, detto Drugo, è un hippie per cui i magnifici anni sessanta non sono mai finiti. Figlio dei fiori per eccellenza, Drugo vive alla giornata bivaccando tra una partita a  bowling con gli amici Walter e Donny ed una smisurata quantità di marijuana e White Russian, il tutto sulle note del classico Rock (eterna la scena in cui Drugo sta guidando fumando una canna e colpendo il tettuccio a ritmo di Lookin' Out My Door Back  dei Creedence Clearwater Revival).
Lookin' Out My Back Door dei Creedence Clearwater Revival)
Lookin' Out My Back Door dei Creedence Clearwater Revival)
Lookin' Out My Back Door dei Creedence Clearwater Revival
Lookin' Out My Back Door dei Creedence Clearwater Revival
Un giorno, a causa di un caso di omonimia, viene aggredito da due tipacci andati a riscuotere un debito che la giovane moglie dell'altro Jeffery Lebowski, un ricco uomo d'affari disabile, deve pagare. Quando la ragazza sparisce però, per il povero Drugo, che nient'altro voleva che riavere un tappeto che desse un tono alla stanza, comincia un'avventura fuori da ogni limite.

Tanto di cappello, allora, ai fratelli Coen  che tengono su, per ben 117 minuti, un'atmosfera che corre sempre sul filo di un surrealismo frenetico ed eccentrico. Spaccato di un'America completamente fuori controllo, ogni personaggio di questa pellicola è assolutamente perfetto, perchè, appunto, fuori controllo. Tra artisti pazzoidi, giocatori di bowling che si credono divinità, registi porno (forse il più normale), un reduce del Vietnam ancora totalmente annebbiato dalla follia della guerra - che ad esempio minaccia con una pistola l'avversario in una partita di bowling per costringerlo ad assegnarsi 0 punti in quanto è convinto che abbia violato una regola e non può rischiare di non passare alle semifinali del torneo - il film vive di un continuo scontro tra soggetti volutamente sopra le righe, personaggi imbarazzanti (vedi i tre nichilisti), situazioni ambigue e bizzarre ma sempre divertenti, che non scadono mai nell'idiozia irritante e che, a tratti, si illuminano anche con dialoghi semi-intelletuali che, pure senza tradire il tono intenzionalmente non-sense della maggiorparte dei dialoghi, sono piccole perle di saggezza. Insomma, tutto quanto in questo film è al posto giusto. Dalla musica (Rock senza tempo), ai riferimenti velati ( come quello alle Bella e la Bestia "è successa una cosa terribile, il signor Lebowski si è chiuso nell'Ala Ovest", o il riferimento ad un certo Burkhalter in omaggio al Generale Burkhalter de "Gli eroi di Hogan"), al ritmo incalzante, al cast magistrale.
Bello, bello, bello!! Un pezzo di storia che non può assolutamente mancare alla vostra collezione.

- E.

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