giovedì 1 maggio 2014

La formula della felicità


L'ho iniziato a vedere pensando che fosse una "commedia" ma lasciate che ve lo dica subito senza fronzoli e senza giri di parole, nel caso in cui vi venisse voglia di vederlo per la bellissima Olivia Wilde ... questo è uno dei film più cazzuti che io abbia mai visto e prima che voi andiate avanti a leggere, dovete sapere che non consiglierei mai a nessuno questo film ... o forse sì ... dipende dalla vostra situazione mentale/familiare/emotivo-personale.
Vi da un indizio il fatto che ho cercato per cinque minuti un trailer da farvi vedere, ma con scarso successo, quindi fatevi due conti in tasca ...

L'unica cosa fatta bene del film è l'interpretazione di Sam Rockwell che è credibilissimo nell'intera evoluzione del film e la cosa bella (l'unica della sua vita) è il crearsi del legame strano ma autentico con il figlio.
La storia banalissima è raccontata da una voce di donna fuori campo di cui per metà del film ti chiedi il motivo (cercando di non irritarti ancora più, di quanto faccia la visione del film) ma quando finalmente capisci chi è, citando una delle poche frasi di Douglas (il protagonista) con senso logico "Ormai non me ne frega più un cazzo".
Ritornando a noi, la storia parla di Douglas l'uomo più infelice sulla faccia della Terra, che eredita la farmacia del suocero (per cui ha lavorato tutta la vita) e quando finalmente pensa di poterle cambiare nome (perché a quanto pare nella loro cittadina la cosa più eccitante che si possa fare è "cambiare qualcosa") si scontra con la realtà che ha sempre saputo di avere un suocero veramente stronzo.
Il rapporto con la moglie è praticamente inesistente, lei vive in un mondo tutto suo fatto di allenamenti, competizione e ... nient'altro e per questo intendo che non gliene frega niente nè del marito, nè del figlio dodicenne e chiaramente bisognoso di un esempio sano da seguire.
Sì perché in questo turbine di follia che pervade il film, l'unico personaggio normale è il figlio strambo che affronta i bulli lasciandogli regalini di escrementi (e non è un modo di dire).
Lo stile di questo film è basso per tutto il tempo quanto le statuette dei maialini che "copulano" (per non dire peggio) che vende Doug nella sua farmacia. 
Ma a scuotere l'equilibrio monotono e ripetitivo nonché palloso di Doug, arriva Elisabeth la moglie di un uomo tanto ricco quanto assente, che a quanto pare con le sue spese in pillole riesce da sola a far campare Doug.
Insomma metti insieme una donna sola e spesso impasticcata (interpretata dalla bellissima Olivia) e uno sfigato frustrato e senza aspettative dalla vita e ti ritrovi in una spirale di sesso ed eccessi in cui vediamo l'unico protagonista al mondo capace di AUTO-VANDALIZZARE il proprio posto di lavoro di cui LUI è il proprietariO.
Credevo di poter vedere del buono, o almeno passabile, nella storia d'amore fra Doug e Eliz, ma in realtà fino alla fine, resti a chiederti se lei non stia con lui solo per passare il tempo e insieme progettare di uccidere il marito.
Per la cronaca, ennesimo fallimento nella vita di Doug, che guarda caso, come un grande scossone cosmico, riporta tutta la sua visione del mondo, sulla "retta via" per cui tutti gli sforzi fatti (o quasi tutti) vengono annullati come un grande contraccolpo.
Questo film è fondamentalmente sbagliato per molti motivi, fra cui in primis il pensiero che una "pastiglia magica" possa risolvere i tuoi problemi, cambiarti la vita o migliorarla.
Quindi per concludere, se non sapete cosa fare, non siete emotivamente instabili e siete masochisti quanto me tanto da voler vedere questo film, buona visione e tenete ogni arma (incluse eventuali matite o penne) lontano dalla vostra portata.

- S.

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