GENERE: Thriller
ANNO: 2015
REGIA: José Manuel Cravioto
ATTORI: Tina Ivlev, Richard Tyson, Bianca Malinowski
FOTOGRAFIA: Byron WernerSCENEGGIATURA: Rock Shaink
MONTAGGIO: Jorge Macaya
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Eve è stata rapita, incatenata, tenuta prigioniera in un sudicio scantinato per lungo tempo, ma la paura, la fame ed il dolore non l'hanno abbattuta, anzi, sono diventata una leva potente, hanno alimentato una rabbia ed una determinazione che permette ad eve di attendere lucidamente il momento giusto per scappare. Quando questo momento arriva, la ragazza non si fa scappare l'occasione di colpire il suo rapitore ripetutamente con un mattone (trovato guarda caso giusto per l'occorrenza) e liberarsi dalle catene, che usa poi per legare l'uomo.
Fuori dallo scantinato però l'attende una brutta sorpresa. Corsa al piano di sopra, Eve scopre di essere in una casa in mezzo al nulla, con un telefono che non funziona e un furgone di cui non ha le chiavi ma, sorpattutto, trova fascicoli che le rivelano l'esistenza di altre ragazze che vertono nella sua stessa condizione: rapite e tenute prigioniere chissà dove.
Con tutte la forza che le rimane allora, Eve comincerà il suo viaggio disperato in soccorso delle altre ragazze, guidata dal suo sequestratore che da predatore è diventato preda nelle mani della vendicativa Eve.
Un B movie che cerca la promozione in serie A
Non è la solita boiata infima che ti fa venire il sangue al cervello in cerca di vendetta ed è già un buon punto di partenza, ma che sia un film di seconda serie non c'è alcun dubbio.
Non so se è quella venatura un po' splatter che lo frega ma certi particolari che son prorio caratteristici dei B movie non gli lasciano scampo.
1) Tre quarti delle inquadrature sono tutte rigorosamente BUIE! Sia mai che c'è un po' di luce qua e la, fra una scena e l'altra. No! Devi cercarti ma la luce non deve esserci.
2) Tutti sono sporchi. Preferibilmente sangue, ma va bene qualsiasi tipo di zozzume. Avete visto quant'è durata la doccia di Eve? Non sono sicura siano passati trenta secondi prima che si ricoprisse di sangue manco avesse sgozzato un maiale a mani nude.
3) Il protagonista si erge ad eroe della situazione invece di chiamare la polizia senza alcuna ragione apparente. Questa è proprio una regola scritta sul "Manuale per registi un po' scarsi" : non ci deve essere una spiegazione logica alla decisione del protagonista.
4) La velocità di un uomo a morire dissanguato è proporzionale al suo ruolo.Non importa che ti abbiamo sparato, spaccato la testa, picchiato e bistrattato, se sei il protagonista o l'antagonista il tuo corpo avrà una riserva interna di sangue, tipo le gobbe piene d'acqua dei cammelli.
Credo sia una delle insensatezze che preferisco, personaggi con quaranta litri di sangue in circolo che col cuore che gli penzola fuori dal petto riescono a fare dieci serie di decathlon e poi magari arriva il la comparsa che si taglia il dito con la carta e muore dissanguato in venti secondi. Ah realismo portami via!
5) Qualcuno cade e muore infilzato da una sbranga di ferro. Ogni tanto possono essere anche paletti di legno o giganteschi pezzi di vetro messi lì in maniera molto random, in ogni caso la cosa importante è che qualcuno si impali accidentalmente. E' un effetto speciale che fa figo!
Un film che va spedito, ma non si sa bene dove...
Cravioto l'idea ce l'ha, la tecnica anche e il cast pure ma in più di un punto ha preso qualche scivolone di troppo, si è perso quel "non so che" per fare il salto di qualità che possa far dire allo spettatore "Oh! Questo si che è un bel film!".
Gli stimoli iniziali sono molto interessanti. Innanzi tutto il film parte da quella che è comunemente la fine e cioè la fuga. Quante volte vi siete chiesti, dopo novanta minuti di pianti isterici e grida disperate, che fine hanno fatto i protagonisti dopo la liberazione? Ecco, Reversal invece proprio dal momento in cui la prigionia della vittima finisce e Cravioto ci presenta una storia che, effettivamente, ha - più o meno - dell'originalità.
Nonostante fin dall'inizio la reazione della protagonista sia piuttosto inverosimile - perchè diamine non avrebbe dovuto stonare il tipo, prendere le chiavi del furgone e andare dalla polizia, lasciandoli fare il loro lavoro? - e ciò è uno dei primi motivi per cui Reversal rimane comunque un film di serie B, lo svolgersi degli eventi ha un discreto livello di suspance. Ciò che il villain di turno ci tiene a ripetere spesso alla protagonista (ed allo spettatore!), infatti, è che "lei non sa in che cosa si sta cacciando", quindi ad ogni nuova casa non si sa mai che cosa ci si può aspettare di trovare.
Interessante anche la scelta narrativa, la trama infatti cerca di costruirsi su due filoni temporali. Seguiamo infatti sia la storia nel presente, i fatti che succedono nella notte della liberazione di Eve, sia, con il ricorso a scene effetto flashack che mostrano un filmino amatoriale, una giornata precedente al rapimento, in cui appaiono la portagonista insieme ad altri due personaggi di cui scopriremo l'identità nel corso del film.
Un grosso inghippo è qui, nell'uso sciatto di questo secondo tempo di narrazione il cui scopo è un po' confuso. Nonostante, tutto sommato, credo sia stata una buona scelta, in quanto ha permesso di spezzare il ritmo della trama principale, che sarebbe altrimenti risultata pensante, e sia stato anche un espediente per incuriosire o spettatore, alla fine è mancato il colpo di scena che da valore al tutto e soddisfa la curiosità stuzzicata dall'inizio.
Per tutto il film aspetti la fine per avere quella rivelazione scioccante, o per lo meno interessante, che in realtà non arriverà mai! Cioè, ti senti un po' preso per il culo...
E' come se ad un certo punto si fosse scocciato, come se a metà dell'opera gli fosse passata la voglia di lavorare al progetto e quindi avesse lasciato il film in balia del destino, senza curarsi dei particolari, senza preoccuparsi di dar vera soddisfazione allo spettatore.
Me lo posso immaginare con la scenaggiatura in una mano e la birroccia nell'altra, appresso all'amico sceneggiatore Shaink, sfalzino pure lui, che pensa "Vabbe basta, mi so' rotto, se gli piace bene se no si arrangiassero".
Prima che si rompesse le scatole, però, ha fatto un buon lavoro e bisogna riconoscergli i meriti. Due elementi in particolare tengono bene lo schermo tanto da rendere il film apprezzabile nonostante le lacune: la protagonista e la crudezza.
Questi due elementi vanno, diciamo, a braccetto, nel senso che la cosa più interessante del film è proprio l'inaspettata crudezza e fredezza che sviluppa Eve, rese splendidamente dall' interpretazione della Ivlev, che la rende piacevolmente badass e la discosta dalle solite protagoniste tutte "Mio dio, scappiamo!".
Personalmente sono una di quelli che solitamente tifa per il cattivo. No, sul serio, non vedo l'ora che venga accoppata di botte la protagonista classica, coi piannistei e gridolini irritanti, la stupidità e la reattività di una cerebrolesa. Eve è diversa, è più pericolosa del cattivo e ci piace un sacco!
Questa presa di potere della "vittima" in piena crisi psicotica, che fa più vittime in una sola notte di un serial killer in Criminal Minds è semplicemente godurioso da vedere. E' quasi liberatorio!
In conclusione, direi che è un film per "palati grezzi", per qualcuno non troppo esigente che possa apprezzare l'atmosfera, il sangue e la cattiveria della pellicola, che ci sono e ci stanno bene. Se si è in grado di sorvolare sui cliché del genere (in primis l'illogicità dilagante) e sull'andamento un po' piatto della storia, può risultare un buon film per passare una serata senza troppe pretese, da addolcirsi magari con pizza e popcorn.
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