venerdì 15 aprile 2016

The Vatican Tapes

Anno: 2015

Genere: Horror

Nazione: USA
Trama:
Angela è l'ennesima ragazza che si ritrova ad essere impossessata senza nessuna ragione specifica. A salvarla, l'ennesimo prete incapace. Letti volanti, acqua santa a go-go e nemmeno un vago accenno alle registrazioni del titolo, se non per le telecamere dell'ascensore.


Dire pessimo, francamente, è riduttivo


Credete che stia esagerando? Credetemi, vorrei. E' che The Vatican Tapes non ha veramente niente da dire e si limita a riproporre il solito polpettone sulla possessione demoniaca in cui l'Anticristo si reincarna in una dolce e bellissima bionda - e quando mai hanno pensato a un'indemoniata brutta? O ad un uomo? O ad una stron** fatta e finita? - proprio allo scoccare del suo ventunesimo compleanno. A tentare di salvarla, il fidanzato inutile, il padre all'antica e un prete ispanico che si rivolge ad un Cardinale italiano che, rassicurante come Ratzinger, con lo sguardo e la voce che urla magnaccio da ogni dove (il Cardinale, non Ratzinger!), è il vero ed unico elemento "pauroso" del film.
Sì, esatto: in un film sull'esorcismo, quello che fa mettere strizza è l'uomo di chiesa. Ho detto tutto!

 



Ma partiamo dall'inizio...
Come dicevo, la bellissima e biondissima Angela sta festeggiando il ventunesimo compleanno. Siccome è bella e bionda, non può che essere pure stupida - sennò che razza di clichè sarebbe? - e quindi nello spegnere le candeline si apre l'indice a metà, perdendo più sangue di alcune comparse a cui viene staccata la testa, per dire.
Subito papà e fidanzato la portano al pronto soccorso, dove le fanno una fasciatura più ingombrante che se gliel'avessero ingessato il dito, quindi si torna a casa per la cena, a base di quello ce sembrerebbe un piccione più che un pollo. Qui però Angela si schianta sul divano - tipo mia coautrice E. dopo una giornata di ripetizioni alle piccole pesti - e va in una specie di breve coma (di nuovo, come E. dopo il doposcuola. Dite che mi devo preoccupare?).
Di nuovo in ospedale, la dimettono la mattina dopo ma durante il ritorno Angela sclera e manda il taxi su cui viaggiava col padre e il fidanzato fuori strada. I due se la cavano con poco, lei va in coma e stavolta ci resta quaranta giorni.
A quel punto, il prete ispanico convince il padre a praticare l'estrema unzione alla ragazza, le cui speranze di guarire sono ormai nulle, ma dopo il rituale Angela si risveglia come se niente fosse.
Miracolo! Resurrezione! 
No, non è sarcasmo. Il risveglio di Angela dopo la morte cerebrale è considerabile come una vera resurrezione e apre quindi la strada all'Anticristo. 
Da questo momento comincia la pappardella dell'indemoniata. Non ve la racconto, tanto è tale e quale a tutte gli altri tentativi di esorcismo visti dall'Esorcista in poi.

*Si intromette E. nella recensione*
Non potevo non intervenire per sottolineare la maestosità di una scena in particolare: mentre è in manicomio, la ragazza indemoniata, che è stata sbarcata in un lettino buttato in un corridoio sperduto nei sotterranei, comincia a parlare - attenzione eh! - attraverso i muri agli altri pazienti del manicomio che - e adesso arriva l'apice del non sense che, che ve lo dico a fare, ti scalda il cuore proprio - cominciano ad uccidersi fra loro in una varietà di modi anche creativi, a mani nude, impiccandosi con improbabili fili (non ho ancora capito cos'era), spaccandosi la cose addosso.
Cioè, non credo di riuscire a rendere l'idea di quanto trash ci sia in questa scena. Ci sono dei vecchietti che se menano che manco un incontro di wrestling e in tutto ciò ce stanno tre infermieri - ma contati eh! Proprio tre di numero - che le prendono pure di santa ragione!! Una meraviglia insomma.
*E. si eclissa e vi lascia tornare alla recensione* 
 
Tornando a noi...
Sottolineo solo l'unico elemento di novità rispetto agli altri film dello stesso genere: invece di vomitare verde, Neveldine ha pensato bene di far vomitare tre uova - tre come la trinità! #ommioddio #moriremotutti #leuovano #modavegana - che verranno messe sul tavolino e dimenticate e quindi non servono a nulla in più del vomito verde.


91 minuti di niente, durante i quali l'unica emozione che abbiamo provato è stata la noia, con qualche sprazzo di perplessità. 
E avete notato quante volte viene citato il fidanzato? Per farvi un'idea di quanto sia utile la sua presenza nella pellicola. Vi giuro, ve lo scordereste se ogni tanto non spuntasse il suo faccino angosciato, come se il regista l'abbia inserito solo perchè anche tutti gli altri film sul tema ne avevano uno ma non sapesse bene cosa farsene. E più o meno lo stesso vale anche per gli altri personaggi, tipo il prete portoricano e il padre, che compaiono solo un paio di scene in più.

Ora, una precisazione va fatta: sia io che E. avevamo capito fin da subito che sarebbe stata una schifezza di film - cioè l'abbiamo appositamente scelto - quindi può darsi che ci sia qualcosa di sbagliato in noi, una spinta masochista di cui Freud avrebbe da discutere a lungo. Però ci si aspettava qualcosa di diverso, onestamente.
Per esempio, se il titolo nomina il Vaticano e le registrazioni nella stessa frase e nell'intro leggiamo delle frasi sulle vere indagini della Chiesa al riguardo, mi aspetto come minimo di vedere delle registrazioni nell'archivio del Vaticano!
Invece no, l'unico elemento di """"novità"""" che Neveldine poteva inserire non è stato minimamente considerato e del Vaticano vediamo solo un'anonima stanzetta in cui il Cardinale guarda i video pedopornografici della sorveglianza degli ascensori - sì, le uniche "registrazioni" presenti sono quelle negli ascensori, mentre i protagonisti salgono e scendono in ospedale - e guarda di traverso un altro prete, la cui esistenza non ci è dato capire a che serve.


Perchè, Neveldine? Perchè invece di mostrarci il tuo temibile Anticristo che arriva in Vaticano e porta un po' di scompliglio, hai preferito ricopiare dei brutti copioni?
Perchè sprecare così un cast convincente, un bel montaggio, scelte sonore azzeccate?
Se il film è brutto, infatti, non è certo per colpa degli attori - anzi, Olivia Dudley sembra spiccare a maggior ragione - o del montaggio, che gioca benissimo la carta del found-footage, rendendola utile e non confusionaria, ma solo di una trama trita e ritrita, incapace di suscitare suspence. 
Sarebbe bastata un pizzico di originalità, un po' di coraggio nell'osare cose nuove e The Vatican Tapes avrebbe potuto meritare un paio di stelline in più nella nostra personale classifica.

Peccato, Neveldine, occasione sprecata. E stavolta non lo dico solo io, pure la stampa ti ha demolito.

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